MINI 2 DJI – Ecco cosa cambia in questa nuova versione
Dopo tanta attesa finalmente è stato lanciato sul mercato il DJI Mini 2, la versione evoluta di uno dei droni pieghevoli di maggior successo di casa DJI ovvero il Mavic Mini (leggi qui la nostra recensione). Cosa cambia rispetto alla versione precedente? Vediamolo insieme.
Anche se ad una prima occhiata i due droni sembrano somigliarsi molto le differenze ci sono eccome a partire dalla videocamera 4k (quella del Mavic Mini ha una risoluzione massima di 2,7K) e dal sistema di controllo implementato dall’ Ocusync 2.0.
Resta la guida senza patente, ma con molte migliorie.
Il peso del drone resta lo stesso ovvero 249 grammi, caratteristica che permette di utilizzarlo senza dover possedere necessariamente il patentino ENAC, ma le migliorie anche dal punto di vista strutturale sono diverse.
I motori del nuovo mini sono più potenti ed oltre a farlo andare più veloce (tocca i 58k /h) riescono a contrastare un vento maggiore, qualità quest’ultima che permette una maggiore stabilità in volo e quindi riprese migliori.
Il sistema di stabilizzazione del gimbal a 3 assi resta ottimo come quello del modello precedente, ma l’aggiunta dell’interfaccia con un numero di satelliti più ampio permette una stabilizzazione fisica del drone ancora più efficace.
Un nuovo radiocomando
Il Mini 2 è dotato di un controller totalmente diverso da quello del Mavic Mini molto simile (se non identico) a quello del Mavic Air 2. Se da una parte questo radiocomando ci ha dato un senso di grande solidità dall’altra ci è sembrato un po’ troppo ingombrante (è più grande del drone) e decisamente più pesante di quello del Mavic Mini.
Uno dei punti di forza della linea Mini è sicuramente la compattezza e la semplicità di trasporto. In quest’ottica fare un telecomando così grande e che pesa quasi il doppio del drone ci sembra un po’ un controsenso, ma al livello di esperienza di utilizzo niente da dire.
L’aggancio del telefono ci sembra più stabile ed ergonomicamente i pulsanti sono raggiungibili più comodamente, semplicemente spostando i pollici in basso.
Addio al Wi Fi
Il sistema di pilotaggio del Mini 2 non fa più affidamento al wi fi, ma esclusivamente al Ocusync 2.0, il che non solo gli permette di volare ad una distanza maggiore (fino a 6km), ma riduce anche un bel numero di interferenze.
L’autonomia di volo resta sostanzialmente la stessa ovvero 30 minuti (a voler essere precisi sulla scatola del Mini 2 c’è scritto 31, ma sappiamo bene che basta una manovra di volo in più per azzerare questa differenza).
Aggiunto il formato RAW
Pur continuando ad avere la possibilità di scattare foto a 12 megapixel DJI è venuta incontro alle esigenze degli utenti PRO aggiungendo la possibilità di effettuare anche scatti in formato RAW, funzionalità assente nel Mavic Mini.
Restano i celebri quick shot che erano uno dei punti di forza del modello precedente ovvero dronie, ascesa, cerchio, spirale a cui è stato aggiunto il boomerang.
Cosa manca
Continua ad essere assente l’active track ovvero la funzione che permetterebbe al drone di seguire automaticamente qualcuno o qualcosa. Il motivo è probabilmente legato al fatto che anche il Mini 2 come il suo predecessore non è dotato di sensori di rilevamento degli ostacoli.
Del resto per mantenere un costo contenuto a qualcosa bisognava pur rinunciare.
Come sempre è da preferire la versione COMBO che a fronte di una differenza di poche decine di euro permette di accaparrarsi ben 3 batterie, l‘hub di ricarica simultanea, paraeliche ed altri utili accessori, tra cui la borsa per il trasporto.